xdaryl® blog - ...inglese per caso...

...ingegnere per scelta (o quasi), sognatore per vocazione (?), sportivo per divertimento, inconcludente come pochi (e come non mai), incasinato come sempre, assonnato quanto basta, sorridente comunque... Don't worry, be happy!

17 novembre, 2006

Prima nottata di studio... + Feelings

Era nell'aria già dal pomeriggio... Questa cosa da finire, quella da guardare, articoli su articoli, libri incomprensibili, colmi di grafici, e poi una mail chilometrica per il symposium (organizziamo una specie di conferenza in febbraio, e m'è capitato il ruolo di finta responsabilità, quindi scrivi a questo, coordina, perdi tempo)... insomma si son fatte le quattro abbondanti.
Poco male, per rimettermi in pace con il mondo mi bastano una tazza di latte caldo caldo caldo, cacao e l'ultimo tubo di bucaneve della scorta, e mi sento quasi a casa.
Programmi per il weekend: sabato sera cena cinese con la nuova coniquilina, domani vedremo.
Ho così tante cose da scrivere, tanto vale che cominci dalle sensazioni, magari sono più significative del resoconto delle feste (che mi riprometto di fare a mente più fresca).
Il mio inglese lentamente migliora, si stiracchia, si allarga su parole che prima sento, poi capisco, poi uso erroneamente, poi correttamente ma a sproposito, e infine a proposito: quasi come fare un puzzle, il problema è che non sai quanti sono i pezzi, ma probabilmente non basterebbe una vita a metterli tutti tutti al loro posto. Intanto... work in progress.
La prospettiva dello studente è davvero diversa da quella del lavoratore: lo vedo dai miei compagni di corso che hanno già esperienza. C'è una ragazza canadese, 5 anni in una multinazionale come ingegnere dei materiali, poi tanti iraniani, pakistani, indiani: tutto diverso, ma è una sensazione, non so spiegare perchè.
Ormai mi sento a casa, una nuova casa. Dopo CASA, quella vera, e Torino, ci ho messo poco a sentirmi a mio agio anche in queste terre lontane, ma stranamente familiari. Non mi sento più all'estero, non mi fa più senso prendere il latte dalla confezione del Vernel, riesco a fare colazione davanti al mio amico cinese che si pappa burro, nutella e insalata russa (nello stesso panino)... I got used to this, l'espressione inglese mi sembra calzante, sempre che non l'abbia steccata, probabile a quest'ora, ma sto scrivendo senza correggere.
Mi sento un po' più a casa perchè ho ritrovato molti aspetti della vita di casa che non ho trovato a Torino: aria buona, tanto verde (non che Cittadella brilli a proposito, ma avete presente Torino, zona Politecnico?), vento, poche luci giallastre sulle strade, umidità autunnale, ogni tanto nebbia. Mi sembra quasi di essere tornato alle medie, niente macchina, giornate a scuola dove ogni ora cambia il prof, il cambio dell'ora, la ricreazione, che palle questo qui ha un'ora in più oggi, evviva un'ora di buco, evviva si esce prima, eccetera...
Qui il rumore della pioggia e del vento è più forte del rumore del traffico (fatta eccezione per i turbo tamarri che gareggiano a poche centinaia di metri dalla mia finestra, povere mucche).
Le mie amiche vacche (letteralmente vacche, penso oltre le sei quintalate) stanno bene, in salute, di cinque ne sono rimaste quattro, ma dubito che quella grassa si sia presa una vacanza o abbia il raffreddore... Il grande cerchio (carnivoro) della vita.
Penso spesso alla camera di casa, non solo perchè mia sorella l'avrà prontamente occupata (vero Bru? :-), ma perchè l'ho lasciata vuota senza che sia vuota, cioè i miei oggetti non ci sono (o sono in qualche non precisato scatolone), ma una parte di me resta e resterà sempre in quella camera.
Qui il tempo passa, ormai passa esattamente come in quando ero a Torino, per cui non mi sento più "in gita", mi sento... beh, si sta bene. Cranfield batte Torino, e il punteggio lo potete vedere sul mio nome in MSN (se volete il mio contatto, xdaryl(chiocciolina)hotmail.it ).
(Nota: mettete una chiocciolina al posto della scritta chiocciolina, è per non beccarmi qualche virus malefico...).
Penso spesso agli amici con cui vorrei scambiare due parole vere, uno spritz vero, una serata fuori, completamente fuori, rabosello & pop corn, una partita a Bang!, alla mia sorellona, mamma e papà, al vetusto gattino, penso ai giovanissimi del pozzetto, a quanto diversi sono i giorni quando sei alle medie, alle superiori, alla squadra di basket di Torino.
Poi penso ad altre cose stupide tipo a come si possa giocare ad un gioco di cui non conosci le regole, a come poter pubblicare velocemente la montagna di foto che mi ritrovo su internet, a come cavolo farò a passare sette esami a gennaio, penso ai combustori guardando una candela, penso all'articolo che ho scritto sul giornalino del campus, ai libri che vorrei leggere in inglese, alla squadra di frisbee (prime defezioni, inevitabile decadenza delle cose un po' buttate lì tra gente molto, molto impegnata), alle scadenze (maledetta burocrazia), italiane e inglesi, ai phrasal verbs, alla natura che segue regole matematiche, alla matematica che segue regole naturali, all'imitazione di Umberto Eco by Fiorello, alla tesi, agli aerei senza scia, a quei poveretti del Langley Research Center della NASA che si stanno sbattendo da trent'anni per far funzionare lo stesso programma, penso che in questo momento starete tutti dormendo, a come ero un anno fa, due anni fa, dieci anni fa, vent'anni fa, cosa pensavo, se mai avrei immaginato me stesso a fare quello che sto facendo, che avrei fatto meglio a seguire le idee del bambinetto di tre anni che ero, fare il pompiere o il pilota e finita lì, al fatto che avrò per tutta la vita un ginocchio diverso dall'altro (=quindi il mio baricentro non è più al centro del mio corpo), e a tanto altro ancora... Sarà mica ora di andare a dormire?
Good night, sleep tight, don't let the bedbugs bite.
(Buonanotte a tutti),

:-Dario


P.S.: Non chiamatemi al cellulare, soldi finiti = ricezione vietata. Scrivetemi sms o mail, le leggo ad ogni ora (come potete vedere)

4 Comments:

  • At venerdì, 17 novembre, 2006, Anonymous Anonimo said…

    eh!! la notte si addice alle chiacchere un pò in confidenza.
    Questa specie di diario ci coinvolge come tu fossi nella stanza accanto.
    A casa c'è sempre il tuo aereo di legno costruito a 5-6 anni; ti aspetta per farlo funzionare, magari con la fantasia.
    un bacio
    m

     
  • At venerdì, 17 novembre, 2006, Anonymous Anonimo said…

    ciano..non vedo l'ora di abbracciarti..forte forte come quando ci troviamo a bere lo spritz al sabato da pippo e non ci vedavamo da un mese perchè eri a torino...a sabato prossimo..un bacione
    la tua mamma Glo!!!

     
  • At sabato, 18 novembre, 2006, Blogger Unknown said…

    E' bello sentirti a casa, ascoltare i tuoi pensieri, leggeri e concreti al tempo stesso, quasi fossero cose che si possono toccare... e forse un po' è così, perché certe sensazioni sono parte di te come di noi tutti, e sentirle è un po' sentir risuonare ciascuno in sé stesso qualcosa di proprio...

    "Com'ero ieri, l'anno scorso, dieci, venti anni fa? come sarò domani?"

    ..ma sono domande che partono dalla confidenza con se stessi, dalla percezione di quel filo che unisce il tuo 'io' agli eventi, alle persone, alle emozioni che hai vissuto e che vivrai.

    Hope you'll find what you're looking for... but don't you ever be afraid: 'home' is where you feel comfortable with yourself, home is inside you.. You've grown up, my dear friend, and what you built inside you is something you will not loose. No one -ever- will be able to wipe away your joy for being there, wherever you'll be, 'cause you're at home when you're free to be yourself.

    Ciao Dario, tifo per te :)

     
  • At martedì, 21 novembre, 2006, Blogger Dario said…

    Forte, non pensavo che quella catenella di pensieri vi avrebbe colpito...
    Grazie a tutti quelli che commentano, è bello sentirsi... più a casa!

     

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